15 anni con le mani nella creta

11 Apr 2016 | Bacheca, News

Dal gruppo La Creta di Bergamo riceviamo e rilanciamo due belle testimonianze, una di fra Paolo e un’altra di Camillo, in occasione dei 15 anni del gruppo.

 

15 anni di La Creta (fra Paolo)

15 Marzo 2001 – 15 marzo 2016: La Creta, il gruppo delle persone omosessuali credenti di Bergamo, compie 15 anni. Un traguardo raggiunto attraverso il cammino dei giorni e delle settimane, circa 315 incontri, tante persone che sono passate da noi almeno una volta, una realtà di circa 20-25 persone che con una certa fedeltà continuano a incontrarsi, a cercare di essere amici, a ragionare insieme su fede e omosessualità e ad accogliere eventuali nuove persone che decidono di fare pace con se stessi e con Dio.

15 anni di Persone. La Creta è questo. Non principi assoluti, non norme morali disincarnate, non prese di posizioni ideologiche prevenute. Persone: menti, cuori, corpi con le loro storie di speranza e di delusione, di fatica e di realizzazione. E relazioni: quelle che il Signore ha intessuto con la vita di ciascuno di noi e quelle che la vita e le nostre scelte hanno contribuito a intessere. Relazioni d’amicizia e di calore umano, di crescita e di liberazione, d’innamoramento e di coppia, di rottura e di faticoso ricomporre cuori e vita. Perché la persona è le sue relazioni e perché relazione per noi è sinonimo di responsabilità.

15 anni di accoglienza. La Creta è questo. A chi viene non si richiede nulla, fosse anche un avventuriero, un cacciatore o un vanitoso bisognoso di un palcoscenico. La porta è aperta, sempre: per venire, stare e andarsene. E magari ritornare. Per scegliere di rimanere e costituire con i propri pregi e difetti la comunità che siamo. Per ascoltare il nostro punto di vista e confrontarsi. Per venire rincuorati o richiamati, rassicurati o stimolati alla crescita, che – per il fatto d’essere cristiani – per noi passa anche attraverso il cammino di conversione e adesione al Vangelo di Gesù. Perché accoglienza è inclusione e l’inclusione per noi è l’anima del Vangelo.

15 anni di mediazione. La Creta è questo. Omosessuali e credenti. Senza esclusione o rinuncia di nessuna di quelle due componenti. Se a qualcuno quella “e” sta troppo stretta e a qualcuno troppo larga, noi ci gloriamo del suo esserci e della fatica dell’armonizzazione che essa esprime. Mediazione che è dialogo, confronto e continua ricerca. Con tutti. Come gruppo leggiamo, ragioniamo, prendiamo posizione. Con umiltà, ma anche con determinazione. Forse oggi la nostra posizione non è ancora accolta appieno dalla Chiesa. Ma noi siamo particolarmente attenti a quelle voci che, nella chiesa o ai margini di essa, esprimono posizioni che si basano più sull’incontro delle persone che sui principi da cui far scaturire norme. Perché la mediazione è mettersi in gioco senza paura alla costante ricerca della verità; e noi crediamo in una verità dal volto tranquillo.

Da 15 anni noi ci siamo. Il nostro nome, La Creta deriva da un versetto di San Paolo ai Corinzi: con l’apostolo più cattolico, cioè universale, noi sappiamo di portare tesori in vasi di creta (2Cor 4,7). Il tesoro della nostra persona e della nostra fede, dentro il limite della nostra creaturalità, delle nostre scelte. Siamo in cammino da quindici anni come singoli e come gruppo. Siamo cresciuti e non abbiamo intenzione di fermarci.

fra Paolo

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15 anni di cammino con la Creta: scrive Camillo

Sono passati tanti anni da quell’incontro dei gruppi di Omosessuali Credenti tenuto a Torrazzetta in provincia di Pavia nel Febbraio del 2001. In quell’occasione, come partecipanti di Bergamo, ci siamo detti: perché non ritrovarci anche noi sul modello della Fonte di Milano? Per darci un’opportunità in più, un altro modo di incontrarsi, parlarsi, qualcosa che vada al di là dei soliti stereotipi. Ed eccoci qua con la Creta. Sono passate tante persone nel nostro gruppo, alcune per uno o più incontri; altre venute, andate e poi ritornate, altre rimaste.

Andare e ritornare. Ma in fondo tutti andiamo e ritorniamo; non è questo che ci chiede la nostra fede? Fede significa essere in cammino. Significa andare per portare un annuncio, una parola, un sorriso, una testimonianza e poi ri-tornare per ri-trovare, una fede, una speranza, delle persone, “Una Persona”. Come quando ritorniamo a casa, da amici, a un luogo caro e significativo.

E non è un cammino sempre facile o scontato. Diverse volte in questi 15 anni ho avuto alti e bassi, forse come tanti, forse come tutti. Il più delle volte dovuto alle mie idee, al mio modo di vedere le cose, al mio carattere, non sempre facile, al modo di relazionarmi e confrontarmi con gli altri (dopotutto e per fortuna, ogni testa è un piccolo mondo, come mi han sempre insegnato).

Ma forse il filo conduttore di questo cammino, di questi 15 anni, sta proprio in quell’andare e ri-tornare, per ri-trovare quella “Persona” che riesce ancora a dirmi qualcosa, a dirmi che ci si può mettere in gioco, per gli altri, per noi stessi, nonostante tutto.

Il quotidiano, il semplice, il vero, nascosto in quell’essenziale invisibile agli occhi, che oserei modificare in “esistenziale” invisibile agli occhi. Mi son più volte chiesto il senso della fatica di continuare di fronte alla possibilità di mollare, ma alla fine ritorna quel “nonostante tutto” e vedo l’insieme dei talenti e dei carismi, anche se zavorrati da limiti ed errori.

Dopo 15 anni il nostro gruppo è ancora vivo e dinamico; si sono aggiunte persone, ci si è arricchiti a vicenda di nuove esperienze, ci si aiuta l’un l’altro nel cammino. E’ un continuo riconfermare e rafforzare i nostri valori, il nostro crescere come uomini, come credenti. Negli ultimi anni si sono visti cambiamenti sia nella società (unioni civili), sia nella Chiesa (elezione di Papa Francesco) e anche questo ci aiuta nel cammino quotidiano.

Questa ricorrenza è l’occasione per ringraziare tutti per il sostegno reciproco, per la correzione fraterna e per l’amicizia.

(Camillo)