Samaria è una semplice parola che contiene in sé un mondo di rimandi. La prima suggestione viene ovviamente dalla parabola del buon Samaritano (Lc 10, 25-37) e dalla straordinaria storia della buona Samaritana (Gv 4,1-26) che, ricordiamolo, non è una parabola, ma è raccontata dai Vangeli come un fatto storico: l’incontro in cui il puro chiede da bere all’impura, una riflessione rivoluzionaria! Non mi ci provo nemmeno a commentarla. Segnalo solo uno dei mille link che ne parlano
Una seconda suggestione viene dalle leggende sulla Samaria come terra di rifugio e di sepoltura per il perseguitato Giovanni Battista, e per i suoi discepoli, e per tanti dissidenti perseguitati in Giudea dai Giudei stessi o dai Romani o da altri).
Una terza riflessione è più storica e generale: Giudea e Samaria sono il classico esempio di due terre così vicine, così simili, eppure così contrapposte dalla storia e dalla religione (e c’è un certo paradosso della Provvidenza nel pensare che oggi esse sono accumunate dall’orrore dell’occupazione militare). In questa coppia storico-politica, la Giudea è la vincente, ma è anche la bigotta, la farisea… Mentre la Samaria è quasi sempre la perdente, l’impura, l’abbandonata, la separata, eppure… Eppure…
Proprio dalla Samaria viene un qualche segno di speranza, proprio da un posto così queer viene una luce nuova per la fede, la cultura, la solidarietà…
Ecco perché è nata l’Associazione Samaria.
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